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Il report è stato realizzato da SRM in collaborazione con la direzione studi, pianificazione e logistica dell’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale e presentato a Livorno.
Lo studio delinea l’analisi dell’industria Automotive a livello internazionale e nazionale, con un riferimento all’import-export complessivo e marittimo relativo al mercato che il porto di Livorno serve. Nella seconda parte, lo studio si concentra sul trasporto marittimo di veicoli – in particolare sulle auto nuove – e sul ruolo dei terminal nella filiera Automotive.
Il report è stato realizzato da SRM in collaborazione con la direzione studi, pianificazione e logistica dell’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale e presentato a Livorno.
Lo studio delinea l’analisi dell’industria Automotive a livello internazionale e nazionale, con un riferimento all’import-export complessivo e marittimo relativo al mercato che il porto di Livorno serve. Nella seconda parte, lo studio si concentra sul trasporto marittimo di veicoli – in particolare sulle auto nuove – e sul ruolo dei terminal nella filiera Automotive.
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All’accessibilità e al rinnovato interesse per la crescita delle rotte commerciali nel Mediterraneo è stato dato un peso importante all’interno delle politiche di sviluppo e riqualificazione urbana, in concomitanza con lo sviluppo del turismo crocieristico e la presa di coscienza della necessaria attuazione di politiche green. Di recente, in questo scenario, un ruolo strategico è stato svolto dai porti pugliesi (Bari, Brindisi e Taranto) i quali, attuando una buona interazione, se pure non ancora completa, tra sistema portuale e sistema economico, attraverso le authority e le istituzioni politiche locali, hanno cercato di adottare i principi della sostenibilità ambientale e permesso alle imprese di esercitare rilevanti funzioni di leadership. L’obiettivo che si intende realizzare è la considerazione sull’accessibilità in Puglia, che come è noto non riguarda solo la presenza di fattori naturali. Pertanto, per un corretto sviluppo economico-sociale, non si può prescindere dall’osservazione e analisi delle realtà ambientali e culturali in cui i sistemi individuati sono inseriti, in quanto ciò aiuta a comprendere se nel territorio esistono condizioni favorevoli o ostative allo sviluppo stesso.
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Lo studio evidenzia le principali ricadute economiche previste per il settore dei trasporti, della logistica, del turismo e delle attività direttamente e indirettamente legate al trasporto marittimo intercontinentale derivanti dell’ampliamento del Canale di Suez e delle attività logistiche sinergiche pianificate dal Governo egiziano e previste esser completate nel corso dei prossimi anni. La struttura del paper affronta il ruolo dell’Egitto nella supply chain mondiale e gli effetti dei più recenti investimenti strategici nel settore dell’economia marittima e portuale. Sono poi analizzati il trend di traffico e le nuove infrastrutture realizzate lungo la direttrice del Canale di Suez. L’analisi permette di avere una visione completa degli interventi di ampliamento del Canale di Suez, ma anche degli ambiti portuali delle coste egiziane lato Mediterraneo e lato Mar Rosso che possono essere fra i principali beneficiari dello sviluppo dell’opera, insieme a quelli del Golfo. L’ultima parte è dedicata ad una sintesi delle valutazioni degli effetti economici diretti ed indiretti, con focus sugli aspetti di economia marittima e portuale.
abstract
relazione srm (29-11-15 English version)
comunicato stampa (29-11-15)
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Questa ricerca è dedicata ai porti del Northern Range. L’articolo, elaborato grazie alla collaborazione tra SRM, l’Università di anversa e la Kuhne Logistics University di Amburgo, è diviso in tre sezioni: a) La prima di impronta più statistica è rivolta a mostrare, attraverso l’applicazione della matrice input-output, il peso e quindi l’importanza del porto di Anversa per l’economia belga; b) la seconda illustra l’impatto economico dei porti di Rotterdam e Amburgo sull’area del Northern Range, ed effettua un confronto con Anversa; c) l’ultima si focalizza sugli sviluppi che questi porti potrebbero avere a seguito dell’apertura del nuovo Canale di Panama.
Il paper è disponibile solo in inglese. E’ possibile acquistarlo su questo sito ad un costo ridotto. Per valutarne i contenuti consulta l’abstract
Lo studio analizza il contesto competitivo nel quale si colloca il sistema portuale italiano, con riferimento ai grandi scali del Nord Europa, dell’Europa mediterranea e ai mercati del Nord Africa e dell’East Med. Con questa ricerca SRM ha partecipato la XVI Confereza SIET (Società Italiana di Economia dei Trasporti e della Logistica), che si è tenuta a Firenze dall’8 al 10 ottobre 2014.
Il paper è in inglese e italiano.
Il paper (inglese e italiano) analizza le relazioni internazionali dell’Italia in termini di interscambio commerciale marittimo. Nell’ambito delle aree partner, una particolare attenzione è stata posta nei confronti dei paesi dell’Area Med. Uno specifico approfondimento è stato, poi, dedicato ai soli flussi di export (a livello di macro aree e regioni italiane) per meglio indagare sull’importanza che il trasporto marittimo ha per l’internazionalizzazione dei singoli territori. Con questa ricerca SRM ha partecipato la XVI Confereza SIET (Società Italiana di Economia dei Trasporti e della Logistica), che si è tenuta a Firenze dall’8 al 10 ottobre 2014.
Il presente paper si pone l’obiettivo di analizzare la situazione attuale e passata del settore marittimo container del Mezzogiorno con un particolare focus sul fenomeno del transhipment. Tale fenomeno può essere ritenuto un valido indicatore delle dinamiche evolutive dei porti e dell’organizzazione che li caratterizza. Il transhipment e il suo andamento analizzato dalla metà degli anni ’90 ad oggi rivelano: segnali di distorsione tra domanda e offerta; conseguenti processi di riorganizzazione dei servizi di linea container da parte delle compagnie di shipping; fenomeni di concentrazione dei traffici su specifici porti o clusters. In virtù di suddette considerazioni, tale analisi è corredata da un attento studio delle dinamiche strategiche che si sono susseguite all’interno del trasporto marittimo di container a livello globale. Dopodiché si effettua una fase di ricerca quantitativa, seguita da una qualitativa, in cui vengono raccolti e rielaborati i dati di traffico container relativi ai principali porti del Mediterraneo, prendendo come riferimento le ultime due decadi. L’obiettivo finale è quello di sviluppare un modello che analizzando e anticipando le future dinamiche delle rotte marittime che attraversano il Mediterraneo, con particolare focus sul transhipment, definisca il ruolo dei principali porti hub di trasbordo del Sud Italia.
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Synthesis Report (September 2013)
This report provides a synthesis of main findings from the OECD Port-Cities Programme, created in 2010 in order to assess the impact of ports on their cities and provide policy recommendations to increase the positive impacts of ports on their cities. This Programme was directed by Olaf Merk, Administrator Port-Cities within the OECD Public Governance and Territorial Development Directorate. The synthesis report is based on findings from a series of OECD Port-Cities case studies. Such case studies were conducted for Le Havre/Rouen/Paris/Caen (France), Hamburg (Germany), Helsinki (Finland), Marseille (France), Mersin (Turkey), Rotterdam/Amsterdam (the Netherlands), Antofagasta (Chile), Bratislava/Komárno/Štúrova (Slovak Republic), Durban (South Africa) and Shanghai (China). The OECD Port-Cities Programme also benefited from visits to the following ports and port-cities and discussion with port-related actors in the following port-cities: Hong Kong, Shenzhen, Singapore, Casablanca, Venice, Trieste, Genoa, Valparaíso, Varna, Gdansk, Koper, Vienna, Antwerp, Felixstowe, Los Angeles, Long Beach, Sydney and Newcastle (Australia).
The report in the English version can be downloaded for free.
Web registration is required.
Questa ricerca (in italiano e inglese) è estratta dal Primo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy. New routes for growth” ed è stata elaborata da Oliviero Baccelli e Lanfranco Senn del CERTeT Bocconi. Il lavoro descrive lo sviluppo del gigantismo navale che sta portando alla definizione di nuovi assetti portuali e commerciali a livello internazionale; il crescente ruolo delle alleanze sulle principali rotte è la risposta da parte delle compagnie marittime alle esigenze della domanda in termini di riduzione dei prezzi e maggior capillarità del servizio ma questo porterà “giocoforza” alla marginalità delle infrastrutture portuali che non saranno pronte a cogliere questi giganteschi carrier e che non hanno spazi a disposizione per stoccare i container. L’articolo dà conto di tutto questo individuandone gli aspetti di maggior rilievo e le trasformazioni in atto.
Il presente lavoro analizza i piani di sviluppo portuale dei principali porti del Sud e del Centro Italia, al fine di individuare le politiche di crescita su cui i singoli scali stanno puntando in relazione al loro livello di competitività. Quest’ultimo aspetto è trattato attraverso due tipi di analisi: una Shift Share Analysis, per individuare la decomposizione dei tassi di crescita dei principali fattori locali che hanno inciso sugli stessi, e una Network Analysis volta ad individuare i livelli di connettività dei singoli porti all’interno del mercato dei servizi Roll-on / Roll-off (ro-ro) intra-mediterranei.
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Il paper intende delineare, attraverso un approccio di tipo esplorativo, le possibili misure necessarie ad incrementare l’attrattività dei porti e, dunque, la loro abilità ad intercettare i volumi di traffico gestiti dai global logistic player. In particolare, accanto a quelli che possono essere considerati i presupposti classici per la competitività portuale sono stati individuati ulteriori strumenti di competitività nell’integrazione e nell’interoperabilità tra i diversi attori della supply chain logistico portuale; nell’informatizzazione delle procedure e dei lavori portuali e, infine, nell’evoluzione del terminale marittimo verso il social supply chain management come conseguenza dell’attuazione di pratiche di responsabilità sociale nella logistica portuale. In questo percorso, si è attribuita importanza preminente alla governance della responsabilità sociale nella logistica portuale italiana, indagata mediante il “caso estremo” del Porto di Venezia confrontato con tre dei più importanti porti del Mezzogiorno (Napoli, Gioia Tauro e Bari).
La ricerca propone un’analisi a 360 gradi del patrimonio logistico italiano descrivendo punti di forza e debolezza, rischi e opportunità. Lo scopo della ricerca è quindi quello di definire 4 “pilastri” per lo sviluppo della logistica, in grado di rappresentare basi solide e necessarie da cui partire per far decollare il comparto in Italia, e portarlo ad affrontare con successo le nuove sfide commerciali, economiche e produttive, non ultime quelle rappresentate dai Paesi del bacino del Mediterraneo. In Appendice sono contenuti: le interviste ai primary player italiani, alle imprese e alle infrastrutture di primo livello collocate all’estero, nonché un focus sulle imprese italiane che hanno investito nell’Area Med.
Libro +Appendice sono in lingua italiana.
Per richiedere la versione cartacea (30 euro + costi di spedizione) scrivere a comunicazione@sr-m.it
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La ricerca approfondisce, attraverso analisi di benchmark e di best practices, il ruolo delle politiche pubbliche nel favorire l’intermodalità ferroviaria da e per i porti quale elemento di competitività della portualità stessa ed elemento di mitigazione delle esternalità ambientali che condizionano i rapporti fra porto e città, in logica Green Port. La parte centrale di questo lavoro è focalizzata sui casi di Italia, Spagna, Francia e Slovenia in modo da identificare gli aspetti organizzativi, commerciali, di investimento diretto promosse dal settore pubblico in grado di favorire l’intermodalità ferroviaria da e per i porti nell’arco Nord Occidentale del Mediterraneo. Consulta l’abstract
Le versioni in inglese e in italiano possono essere acquistate su questo sito ad un costo ridotto.
Questo paper si pone l’obiettivo di analizzare gli effetti delle nuove alleanze delle compagnie marittime nel settore container a livello mondiale che si ripercuotono sul sistema portuale italiano e in particolare sulla maritime economy del Mezzogiorno.
Nello specifico lo studio prende in considerazione i servizi di linea full container che hanno scalato i porti italiani precedentemente all’entrata in scena sul mercato marittimo mondiale delle due principali alleanze 2M e O3, i quali verranno comparati con i nuovi servizi che sono in attività a partire da febbraio 2015. Questi dati hanno permesso di condurre uno studio approfondito e strutturato in merito ad un argomento di grande attualità: l’adeguamento delle strutture fisiche e gestionali/organizzative dei porti italiani al nuovo naviglio mondiale. I cosiddetti Vessel Sharing Agreement (VSA) hanno costituito e costituiscono tutt’ora uno strumento strategico adottato dai principali carrier mondiali al fine di ottimizzare l’utilizzo del naviglio e ridurre contemporaneamente i costi di trasporto relativi alle maggiori rotte mondiali.
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Il collasso della Hanjin Shipping ha stupito molti osservatori, ma non si è trattato di una crisi improvvisa. Dal 2011 l’azienda chiudeva i bilanci in perdita. In cinque anni ha accumulato 5 miliardi di dollari di debiti. Fino a quella data però aveva potuto contare sul credito delle banche, trainate dalla Korea development bank. Quando il livello del debito è divenuto insostenibile e le linee creditizie sono state interrotte, la compagnia coreana ha chiesto di essere ammessa alla procedura di amministrazione controllata (31 agosto 2016), segnando il più grande fallimento della storia del trasporto marittimo di container. Il paper analizza l’impatto che la vicenda Hanjin potrà avere sull’economia globale sia nel breve sia nel medio-lungo termine.
Il paper è disponibile solo in italiano. E’ possibile acquistarlo su questo sito ad un costo ridotto.
Lo studio prende avvio con l’analisi dei fattori che guidano la competitività della logistica italiana in rapporto ai processi di globalizzazione e di internazionalizzazione delle imprese. La ricerca passa poi all’esame della nuova geografia del commercio mondiale e degli effetti sul trasporto marittimo, offrendo un quadro delle caratteristiche del comparto nello scenario mondiale ed europeo. Dopo un’overview sugli interporti italiani, il lavoro prosegue con un’analisi delle relazioni logistiche tra l’Italia ed il Mediterraneo. La ricerca si conclude con le interviste ad importanti rappresentanti delle associazioni di categoria, del mondo della finanza e dell’impresa; più i casi studio che offrono al lettore un panorama sul sistema logistico da una duplice prospettiva: territoriale e settoriale.
Il libro è in lingua inglese. Per richiedere la versione cartacea (35 euro + costi di spedizione) scrivere a comunicazione@sr-m.it
La ricerca (in lingua inglese) fornisce dati e statistiche sul traffico generato dal naviglio, sulla numerosità della flotta, sulle aree di sviluppo del settore e sui punti di forza e debolezza del trasporto marittimo, non trascurando aspetti connessi alla presenza di forti, insidiosi, competitor esteri sia in ambito armatoriale, sia logistico-portuale.Una sezione specifica è dedicata all’analisi dell’Area Med con particolare riferimento al Nord Africa. In fne tre focus sono dedicati al cluster marittimo campano e alle realtà portuali di Genova e Trieste, tre “motori” della nostra economia del mare.
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La ricerca (in lingua italiana) mostra che il trasporto marittimo è un settore dinamico, il cui business nel tempo ha attratto investimenti anche esteri; ha un valore storico e ha resistito e resiste, non senza difficoltà alla crisi cercando continuamente nuove strade e nuove soluzioni per offrire servizi e collegamenti sempre più rapidi ed efficienti. La ricerca, inoltre, ha l’obiettivo di analizzare il ruolo che il trasporto marittimo riveste come fattore di sviluppo della competitività, la sua importanza per l’economia, le prospettive di crescita. Con il supporto di dati e statistiche, lo studio dà il necessario risalto al valore di questo settore a livello internazionale, di sistema Paese, ma anche di singoli territori regionali attraverso casi di studio.
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Negli ultimi anni l’attenzione dei policy maker nei confronti dell’impatto ambientale cagionato dalle attività connesse al trasporto marittimo è notevolmente aumentata. In particolare, con riferimento alle attività di shipping, nuove e più severe norme stabiliscono i limiti di inquinamento accettabili e gli standard tecnologici richiesti, così come le aspettative degli stakeholders, sempre più informati e sensibilizzati, stimolano verso una considerazione sempre più attenta dell’ambiente naturale. L’obiettivo della ricerca è duplice: in primo luogo il paper mira ad analizzare i principali contributi in letteratura sul tema, soffermandosi sulle determinanti alla base della environmental proactiviy nel trasporto merci marittimo e sulle green practices implementate. In una seconda sezione, invece, è stato sviluppato un multiple case-study sulla green orientation delle shipping companies operanti ne terminal CO.NA.TE.CO. nel porto di Napoli. Lo scopo dello studio è identificarne le principali green practices realizzate e verificare in che modo questo trend sta modificando le tradizionali leve alla base del vantaggio competitivo delle aziende di trasporto marittimo.
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Questa ricerca (in italiano e inglese) è estratta dal Primo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy. New routes for growth” ed è stata elaborata dal prof. Ennio Forte dell’Universittà di Napoli “Federico II”. Il lavoro descrive il ruolo dello Short Sea Shipping (SSS) nella transizione dal modello Eurocentrico a quello Euro-Mediterraneo. Infatti il testo evidenzia che lo scenario dei flussi marittimi ha spostato il suo centro e in particolare per ciò che concerne i flussi che interessano il Mediterraneo, lo SSS risulta più incisivo nella scelta di itinerari co-modali con tratta marittima dominante nello scambio modale mare-terra per conseguire un minor total logisitc cost.
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Scopo del paper è evidenziare le prospettive e le ricadute economiche che l’ampliamento del Canale di Panama comporterà per il settore dei trasporti e della logistica a livello mondiale e del Mediterraneo. Le conseguenze legate a tale ampliamento saranno difatti considerevoli. Nel paper si propone altresì un confronto sui costi tra le principali tratte competitor, le ripercussioni sulle merci e sui traffici e sulla fisionomia del mercato globale. Dall’America settentrionale, all’America latina, all’Europa all’Asia difatti improvvisamente molte nazioni vedranno aprirsi rotte navali alternative per accedere ai mercati di sbocco.
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